alluvione Firenze 1966
L'alluvione che devastò firenze
Io c'ero in quei terribili giorni
Quel fatidico giorno ero assegnato di servizio alla mensa (io 5 compagnia primo battaglione) insieme ad un collega allievo della quarta compagnia. La mensa si trovava al piano terreno con accesso dal 2 cortile. Le limitrofe cucine erano invece sotto il piano stradale e corrispondevano alla facciata prospiciente la stazione ferroviaria di Santa Maria Novella. Ad un certo momento dalla porta della cucina abbiamo visto entrare acqua a cascata ed in poco tempo le cucine erano allagate. I cucinieri e gli addetti subito sono scappati. Rimanevamo io ed il collega della quarta compagnia il quale bagnandosi fino a sopra le ginocchia raggiungeva la sua compagnia che aveva ingresso dallo stesso cortile poco distante dalle mense. Io, ingenuamente senza rendermi conto del pericolo, anche per non bagnarmi, salii su una delle pedane che galleggiava ed armato di un bastone trovato per caso (vedi foto) incominciai la navigazione trascinato dalla corrente e dal vortice che in poco tempo mi fece fare in giro del cortile una prima volta. Fui fortunato, al secondo giro la pedana passo proprio accanto ad una delle colonne del loggiato zona infermeria e lestamente mi aggrappai alla grondaia arrampicandomi come un gatto fino a pormi in salvo sullo stesso loggiato e da li guadagnarmi la strada per la mia camerata poco distante dall’infermeria. Le foto mi vennero date dopo ed erano state scattate da una delle finestre della quarta compagnia prospiciente il secondo cortile detto. Tutto sommato non ebbi paura (il coraggio dell’incoscienza). L’Arma mise a disposizione tutto ciò che poteva come mezzi ed uomini e noi allievi partecipavamo ai servizi di vigilanza ed alcuni anche a spalare fango. I soccorsi furono abbastanza tempestivi ma fu dura, poca acqua e poco cibo nelle immediate circostanze, cucine da campo vennero approntate ed andò un pochino meglio. Le acque non si ritirano facilmente. Dai balconi vedevamo scorrere fiumi d’acqua che trascinavano auto, mobili ed ogni oggetto piccolo o grande per le strade limitrofe. Una tristezza infinita nel vedere tanta devastazione sia nel corso dell’alluvione che dopo nel vedere le montagne di fango ovunque. Se tornassi indietro non salirei certo sulla improvvisata zattera e andrei col collega tranquillamente verso la quarta compagnia. Ricordo che durante un servizio unitamente ad altro collega in zona duomo vedemmo venirci incontro due belle donne e noi le guardammo mangiandocele con gli occhi eh eh eh solo dopo ci informarono che una era la famosa travestita “la romanina” e ci vergognammo con disgusto ( a quel tempo era ancora reato e forse un po di puritanesimo ah ah ah)
alluvione Firenze 4 Novembre 1966