Carretti siciliani - Sicilia

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Sicilia
Vai ai contenuti

Carretti siciliani


La Sicilia è una terra quanto mai ricca di tradizioni, usanze e costumi popolari fortemente radicati nella società moderna e che spesso vengono elevati al rango di inconfondibili simboli dell’intera Isola. Tra questi “vessilli” sinonimo di “sicilianità” possiamo serenamente annoverare il Carretto Siciliano, immancabile e coloratissimo souvenir che molti turisti portano nelle loro case dopo una Vacanza in Sicilia.
La storia del carretto siciliano non è antichissima, le prime tracce documentate lo fanno risalire ai primi anni dell’Ottocento, appena dopo la costruzione dei primi e veri assi viari siciliani. Se la Sicilia è stata una delle culle della cultura europea non lo è stato di certo per quanto riguarda le infrastrutture e i servizi pubblici. Prima della fine del diciottesimo secolo il trasporto delle merci in Sicilia era quanto mai difficoltoso, proprio per la mancanza di strade, costringendo commercianti ed artigiani a ricorrere alle collaudate, ma limitate in termini di carico, bestie da soma.
Con l’apertura delle Regie Trazzere iniziarono i primi veri e propri collegamenti tra le principali città dell’Isola; si trattava comunque di strade rudimentali, sconnesse e impervie. Queste caratteristiche spinsero gli artigiani del tempo a ideare un carro con ruote molto alte, in modo da superare dossi e ostacoli, con una buona capacità di carico, trainato da cavalli, muli o asini e pratico da condurre. Nacque, in poche parole, il Carretto Siciliano.
Pur trattandosi di un mezzo di lavoro ben presto il Carretto Siciliano mostrò il suo lato artistico; pittura e scultura furono le tecniche più utilizzate per rendere unici, originali ed estremamente appariscenti questi “TIR” d’altri tempi. Nacque la figura del “Carradore” , l’artigiano che con metodo e precisione creava, utilizzando legni e parti metalliche forgiate, il Carretto. A questi si affiancarono dei veri e propri pittori, artisti incaricati di decorare interamente il Carretto Siciliano, creando dei giochi di colore scintillanti e disegnando scene di varie tematiche, religiose o storiche. Il colore di fondo dei carretti siciliani è solitamente una tonalità accesa di giallo ma, da città a città, cambiano sia i colori utilizzati che le tecniche pittoriche e la tipologia di rappresentazioni.
Le scene dipinte sulle sponde e sui portelli dei carretti siciliani erano ispirate ai poemi epici o alla letteratura siciliana; celebri sono infatti le raffigurazioni delle battaglie dei Paladini di Francia e dell’Orlando Furioso o i duelli all’ultimo sangue della Cavalleria Rusticana di Mascagni. Spesso per voto o per grazia ricevuta, il committente del Carretto lo faceva decorare con le scene religiose ispirate a passi della Bibbia o alla vita di un Santo miracoloso.
Al giorno d’oggi sono quasi del tutto scomparsi i mastri Carradori e i carretti siciliani autentici rimasti non sono più utilizzati per lavoro ma, opportunamente restaurati, utilizzati in ricorrenze ed eventi popolari. In molte città siciliane si organizzano, in occasione di feste patronali, sfilate di carretti e parate come a Canicattì, Vizzini e Trecastagni. Nel comune di Terrasini, in provincia di Palermo, è stato da tempo istituito il Museo del Carretto Siciliano.
Tratto da
http://www.festesiciliane.it/origine_carretto_siciliano.asp
Nel settecento i nobili di allora amavano viaggiare con le loro carrozze finemente decorate, da qui a suggerire l'idea cento anni dopo, quello di decorare i carretti da lavoro per quelli che: una carrozza non potevano permettersela.
Un secolo dopo perchè allora non esistevano le strade transitabili con un carro ma semplici mulattiere dove si usavano dei muli per trasportare i vari materiali e derrate.
Il  trasporto era assicurato esclusivamenta dai cosiddetti " Vurdunara"  cioè quelle persone che si occupavano del trasporto delle merci dei grandi proprietari terrieri o in proprio con uno o piu' quadrupedi da soli o in gruppo per avere il monopolio dei trasporti.
Man mano che le cose migliorarono si trovarono i fondi per creare una rete di strade piu' comoda e agevole. Non ci volle molto a scoprire che: con un carretto e un cavallo si lavorava meglio piu' veloci e con maggiore carico.
Col passare del tempo il carretto divenne un mezzo di trasporto per la famiglia. Gli si dava una ripulita vi si appoggiavano due assi sui bordi delle sponde creando così dei sedili.
A questo punto tornarono alla mente le carrozze decorate dei nobili : allora perchè non imitarle? Si comincio' con una mano di colore, poi si aggiunse qualche decoro,di colpo ci fu il boom: il carretto divenne uno status simbol, il mio dev'essere piu' bello del tuo.
Nacquero delle scuole per questo tipo di decorazioni. A Catania e nel  Palermitano.
Vi fu una rivalità fra i Palermitani e le scuole Catanesi mai cessata e per questo motivo realizzavano dei carretti dissimili anche nella costruzione in effetti dal lato Palermitano le sponde per esempio non erano rette ma a forma di barca trapezoidali, mentre nel Catanese erano rette.
Semplice e ingegnosa era la tecnica usata dai pittori dei carretti, i quali stendevano un primo strato di cementite e su questa il colore di fondo scelto le quali in prevalenza  era: rosso, azzurro e giallo.
Sullo sfondo venivano disegnate delle scene dissimili fra loro, religiose, romantiche o antichi combattimenti Arabo/Saraceni realizzati con colori molto vivaci

Torna ai contenuti