Angioini - Siracusa Francese

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Storia araldica monete
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Angioini

Gli Angioini.
Angioini è l'appellativo dato a due distinte dinastie medievali cadette dei Capetingi, accomunate dall'aver avuto la titolarità sulla Contea, poi Ducato, di Angiò, una provincia occidentale della Francia.

La contea di Angiò passò alla Corona di Francia con Filippo Augusto nel 1205, dopo che questi la sottrasse ai Plantageneti[5]. Nel 1246 re Luigi IX il Santo la diede in feudo al fratello Carlo I d'Angiò, che diede origine ad una seconda dinastia di conti e poi duchi d'Angiò, propriamente detti Angioini.
Nel 1266 a Roma Carlo I fu incoronato re di Sicilia. Da quel momento le varie diramazioni della dinastia, grazie a diversi matrimoni, riuscirono ad estendere la loro influenza su buona parte dell'Europa: oltre ai regni di Napoli e, brevemente, quello di Sicilia, gli Angioini governarono la Provenza, la Lorena, la Polonia e l'Ungheria.
             Carlo D'Angiò                   Stemma Angioino-1266- 1282

   


TIRANNIDE ANGIOINA DOCUMENTAZIONE PDF


(DA WIKIPEDIA)

1246-1285: Carlo I d'Angiò (nato nel 1226), correndo in soccorso del papa contro gli Hohenstaufen e scacciandoli dell'Italia meridionale, che venne concessa loro in vassallaggio, ottenne il regno di Sicilia (persa nel 1282 in seguito alla rivolta dei vespri siciliani) e di Napoli, e fu successivamente anche re di Albania, re di Gerusalemme e principe di Acaia, e, infine, conte di Provenza per il suo matrimonio con Beatrice di Provenza.

Testo tratto da Siracusa 27 secoli di storia di
Carlo Morrone Editore Maura Morrone
II conte Carlo d'Angiò, sconfitto ed ucciso Manfredi, si fece incoronare re di Sicilia nel 1266.
L'odio innato che il nuovo re nutriva per i Siciliani, lo portò a vessarli ingiustamente.
Per potere fare fronte agli impegni contratti con i principi francesi e con la Chiesa (lo avevano aiutato nella conquista del regno), tassò i sudditi oltre ogni ragionevole limite; mise in atto un arretrato e corrotto sistema feudale fondato sulla violenza e sull'arbitrio e ferì l'orgoglio dei Siciliani trasferendo la capitale da Palermo a Napoli.
In quell'occasione, molti nobili siciliani lasciarono l'isola per rifugiarsi alla corte di Pietro III d'Aragona che aveva sposato Costanza, la figlia di Manfredi; speravano di convincere il re ad intervenire contro il tiranno, ma la rivolta popolare scoppiò autonomamente e senza l'aiuto straniero.


I VESPRI SICILIANI
II 29 marzo del 1282, mentre si celebravano a Palermo nella chiesa di S. Spirito i Vespri pasquali, la folla insorse con una tale violenza che nel giro di pochi giorni non fu visto un solo francese in tutta la città.
La protesta dilagò a macchia d'olio in tutte le città.
A Siracusa il governatore Clemon de Remis, udite le notizie provenienti da Palermo, aveva ordinato che nessun cittadino circolasse per le strade armato e, per fare rispettare i suoi ordini, autorizzò severe perquisizioni che gli insolenti soldati francesi eseguirono con puntigliosità, specie se da perquisire erano giovani donne.
Perello da Modica, un giovane al quale era stata perquisita la moglie, radunò un gruppo di amici, con i quali aizzò la folla contro il nemico invasore.
L'11 aprile del 1282 la banda di Perello prese il castello Marieth e mise in fuga il contingente francese.
Pochi giorni dopo, la liberazione della Sicilia dagli Angioini era una realtà.

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