cumeddia sarausana - cosa ho fatto

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Cosa ho fatto
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cumeddia sarausana

scrittore

ANTONIO RANDAZZO L'UOMO FU... NON È..., FORSE SARÀ....

documentazione pdf


STABIT QUOCUMQUE ICERIS
-COMU A JETTII JETTI RITONNA A DRITTA-
-DOVUNQUE SI GETTI TORNERA' IN PIEDI
 documentazione pdf in vernacolo siracusano            documentazione pdf tradotta in italiano
 

L'opera di Antonio Randazzo, Cumeddia Sarausana, prende addirittura ispirazione da Dante e Pirandello: da Dante per la concezione allegorica, da Pirandello per il sottile ed ironico umorismo.
Ma poi si muove in uno stile del tutto personale, grazie anche alla coraggiosa scelta di scrivere tutto in dialetto siracusano.
C'è un piano di lettura metaforico: il patto satanico dei notabili, la leggenda di Tusa, il tessuto stesso del dialogo, tra sonno e veglia, con Ironia. E c'è un piano realistico, con i dotti excursus storici, la polemica misurata coi Greci, l'insofferenza profonda verso la sostanziale ingiustizia del mondo contemporaneo.
La stima e l'affetto che mi legano ad Antonio Randazzo, impediscono che l'elogio per quest'opera si faccia troppo diretto, ma mi preme sottolineare l'acutezza del sarcasmo contro la meschinità del mondo dell'arte contemporanea, un 'analisi lucida e serrata che, se funziona benissimo e diverte, sul piano del linguaggio dialettale, non è meno forte e meditata se la pensi tradotta in lingua nazionale.
In complesso, sulle fosche analisi dell'autore delle varie prevaricazioni e delle varie prepotenze dei "potenti" si innesca, per fortuna, un consapevole principio di speranza. Si vede, infatti, che le radici cristiane dell'autore sono forti e ben radicate.
E' un 'opera che, accanto ad indubbi meriti letterari e civili, assomma quello di divertire con una scelta "terrona" e sicilianista  atta con orgoglio, ma senza superbia.
Un 'ennesima riprova della duttilità e dell'intelligenza dell'autore che ammiravo già come poeta e scultore.

Salvo Baccio


Il saggio di Antonio Randazzo, così come concepito, è un contributo, sia storico che linguistico, alla comprensione e alla riflessione sulle problematiche attuali in un confronto parallelo al passato, quando la realtà esistenziale, nonostante la povertà economica, era espressione di quella moralità e nobiltà d'animo a cui ognuno e tutti, tendevano attraverso la scuola, l'arte, la letteratura, l'infonnazione, la famiglia.
L'Ironia ", tipica del carattere del Siciliani, è la sua compagna di viaggio fra i meandri della vita sociale; è la sua confidente, a cui affida i suoi dubbi, le sue domande e le sue risposte, le sue speranze e la sua rabbia di fronte alle offese psicofisiche, all'egoismo e all'orgoglio, ai soprusi e agli inganni, per i disagi e le sofferenze, le distruzioni e le violenze, la morte, che sono conseguenziali.
Il saggio rispecchia la passione etica e civile di Antonio Randazzo, l'impegno di uomo nelle forme e nei contenuti, come, anche, si evince dalla sue sculture.
L'ansia vitalistica, che contraddistingue il pensiero e l'azione del nostro concittadino siracusano, o meglio siculo, come, a ragione, si definisce, acquista insieme alla sua opera un valore simbolico e in qualche modo storico pedagogico.
Nel ritratto complessivo del nostro tempo, si può dire, prevalgono i sentimenti universali ed eterni della vita, il rapporto con la città e le vive preoccupazioni quotidiane, il senso dell'amicizia e della fedeltà alle proprie radici etniche e linguistiche.
La complessa vicenda umana, proposta da Antonio Randazzo, che si presta ad una drammatizzazione di valore educativo, si propone come appello panteista-religioso rivolto alla presente e alla futura generazione, con una
libertà espressiva ricca e passionale, che si avvale nel linguaggio del dialetto, musicale e pittografico, pregno di "Ironia" qual è il siculo.

Giovanna Marino


Antonio Randazzo, che mi onora della sua amicizia, è un artista poliedrico la cui caratteristica si estrinseca nel realizzare opere di multiforme aspetto.
Decine di sculture lignee, poesie, racconti, monologhi, scritti prevalentemente in vernacolo siracusano, offrono al lettore un quadro cromatico di originalità e di genialità riscontrabili solo nella spiccata personalità del nostro Antonio, siciliano e siracusano verace, nonché orgogliosamente " Terrone ". Capita sovente che, descrivendomi il contenuto di qualcuna delle sue opere, si lasci trasportare dall 'impeto del proprio entusiasmo e, declamando i suoi monologhi, catturi completamente l'attenzione coinvolgendomi nella rete dei propri dubbi: "To be or not to be ", "Essere o non essere"?
Vedi, Giovanni, mi diceva stamattina mentre sorbivamo un buon caffè, la mia attività artistica non è quella di un giovane talento di belle speranze; questa mia mania "mi ha preso "nel mezzo del cammin di nostra vita "quando, conclusa la mia gloriosa carriera, mi si presentava la prospettiva del "meritato riposo e della vita contemplativa ". Fu allora che, pervaso da una sorte di ardore primaverile, diedi il via alla mia innata creatività artistica. I risultati sono tangibili nelle sue innumerevoli realizzazioni artistiche che, per la loro bellezza e la prorompente originalità, continuano a procacciare stima ed ammirazione per il proprio creatore.
Dare un sincero giudizio all'opera di un artista non è difflcile se si limita ad una critica fine a se stessa; l'insidia è, però, sempre latente allorché si cade nella spirale della retorica.
Complimenti Antonio! Vai così! "Ad maiora"!

Giovanni Torchevia

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