Abela - nobili

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Nobili famiglie
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Abela

ANTICA NOBILTA'  SIRACUSANA O ABELLA Barone e cavaliere GEROSOMILITANO





 

  

campo azzurro con un capriolo d'oro accompagnato in capo da tre stelle pur d'oro con sei raggi situate in fascia - Sebbene Mugnos l'arma con due fucine di fuoco in campo azzurro. Corona di barone




STORIA DELLA FAMIGLIA ABELA
Il primo di questa famiglia di cui abbiamo notizia è un Ludovico Abella il quale dal re Martino ottenne la concessione delle Saline di Nicosia, che poscia, col consenso dello stesso sovrano, rinunciò in favore di Anastasio de Taranto. Un Raimondo Abela o Abella marescalco del regno e consigliere del re Martino venne nell’anno 1398 dallo stesso re nominato uno degli estirpatori dei ribelli del regno e fu governatore dell’isola di Malta dove stabilì la sua famiglia, la quale poscia passò ad abitare in Siracusa. Ebbe egli un figlio a nome Martino, il quale fu padre di un Giulio, che, con privilegio dato in Venezia a 14 febbraio 1469 dall’imperatore Federico d’Austria, ottenne la concessione del titolo di cavaliere del Sacro Romano Impero. Fu padre Giulio di Paolo, che sposò Imperia Mannara e Platamone, la quale lo rese padre di Giuliano marito della nobile Eleonora Alagona e Gravina, figlia di Girolamo barone di Bibino Magno, come per contratto matrimoniale agli atti di notar Vincenzo Leone di Siracusa a 26 gennaio 1571. Da questo matrimonio ne venne Paolo Abela e Alagona che sposò la nobile Maria Bonaiuto e Platamone come per i capitoli matrimoniali presso notar Matteo Burlo di Siracusa a 30 ottobre 1599 e fu baro-ne di Camolio, titolo che, all’abolizione della feudalità, in forza dell’investitura del 4 gennaio 1802, troviamo in potere di un Giuseppe Abela e Diamante, il quale, era stato a 1 agosto 1786 investito del titolo di barone di metà di Spinagallo e Ricalcaccia. Possedette pure questa famiglia molti altri feudi e titoli, fra i quali il titolo di barone sul feudo di Bibia, del quale l’ultimo che abbiamo trovato investito è un Andrea Abela e la Valle a 29 novembre 1726; e la metà del feuco di Caddeddi, della quale venne ultimo investito, in famiglia Abela, a 30 aprile 1775, Antonino Abela e Diamante. Questa famiglia è passata sin da antico all’ordine di Malta, ed un Giovan Francesco, commendatore del detto ordine, pubblicò in Malta nel 1647 un’opera dal titolo: Descrizione di Malta.
Arma: d’azzurro, al capriolo d’oro, accompagnato da tre stelle di sei raggi dello stesso. Corona di barone.
Secondo Mugnos questa famiglia proviene di Spagna, passata in Sicilia nel 1282 epoca del Vespro; e fu Ferraro Abela che pei suoi servizii ebbe in dono 1'isola di Malta; ma Federico II ne lo scacciò.
Nondimeno i suoi figli ebbero in compenso i feudi di Giaesi e le castellanie di Agirò e di Raginelgi, non che la capitania di Palermo, 1360. Di là una genealogia sino ai tempi del prefato scrittore.
Vanta ella de' cavalieri di Malta, e tra questi un fra' Giovan Francesco Abela Commendatore Gerosolimitano, il quale nel 1647 pubblicò in Malta un'opera intitolata - Descrizione di Malta. - Un ramo esiste in Siracusa.

La famiglia detta anche Abel o Abella è originaria della Spagna e si  è trapiantata in Sicilia nel 1282 con Ferraro Abel al servizio di re Pietro I. Egli, insieme ai figli Nicolò, Francesco e Giovanni, in ricompensa dei servizi resi ebbe il governo dell’isola di Malta e di Gozzo, ma ne fu rimosso dal re Federico II d’Aragona.
Francesco e Giovanni furono risarciti con i feudi di Giaefi e la Castellania di San Filippo d’Agirò e Nicolò la Castellania di Ragilnegi nel territorio di Caltagirone e la Capitania di Palermo nel 1360.
Nicolò ebbe per figli: Giovanni e Ferraro. Da Francesco nacque Nicolò II, che ebbe la Castellania del Castello di Siracusa.
Prese in moglie Liandra di Puglia, cosicchè il secondogenito Raimondo successe allo zio materno Ferren Apulia con approvazione del re Martino nel 1397.
  
Giovanni, discendente dal primo Nicolò, si sposò a Messina con Giulia figlia di Salvitto Abrugnale, gentiluomo di quella città. Gli eredi continuarono a dimorare in quella città.
1°gen. Raimondo Abel che da Malta (ove fra gli altri beni possedeva il territorio di Baian Riliana sul quale tuttora la famiglia esercita i suoi diritti) venne a stabilire sua ferma dimora in Siracusa.

2°gen. Martines  suo figlio ed erede, nasce e muore a Siracusa.

3°gen. Giulio, figlio ed erede,  ebbe, con privilegio del Re Martino il 14.2.1469 dall’imperatore Federico d’Austria il titolo di Cavaliere del Sacro Romano Impero.

4°gen. Paolo, figlio ed erede del precedente, nasce e muore a Siracusa.
                   Sposa Imperia Mannara e Platamone.

Camelio o Camolio è una sezione del feudo di Bibbia a sua volta sezione del feudo di Bibino Magno. Dell’intero feudo s’investì il 4.7.1518 Girolamo Alagona per rinuncia fattagli da suo padre Artale (Real Canc., VI indiz. f.593).
La sezione di Bibbia fu venduta a Giuliano Abel che s’investì il 18.5.1596 (Real Canc., IX Indiz.f.534).

5°gen. Giuliano – I° barone del Camelio, s’investì di Bibbia il 18.5.1596 ed ebbe altri feudi:   Mandra della Donna, Gisira, Carrubba, S. Elia e casa San Giacomo. Giuliano nel 1571 contrasse matrimonio con Eleonora Alagona figlia di Gorolamo Alagona Barone di Bibino Magno e poco tempo dopo, vedovo, prese in seconde nozze  Elisabetta  Platamone. Morì nel 1607.
Dalla prima moglie ebbe un figlio a cui pose il nome del  padre,  Paolo e tre dalla seconda: Silvio
Placido eredita una parte del feudo di Bibbia alla morte del padre e s’investe il 31.7.1608 ( Real Cancelleria, VI  Ind.f.113).
Andrea Capitano di giustizia e Cavaliere dell’Ordine Gerosolornitano.

6°gen. Paolo Abela Alagona  II° barone del  Camelio, s’investì il 13.1.1609. Sposa Maria Bonaiuto Platamone.  Ebbe due figli: Giulio ed Antonio.
Giulio premorì al padre e lasciò due figlie: Costanza che fu moglie di Pasquale Diamante marchese di Terresena e  Maria.
Siccome per legge feudale del Regno, premorto il figlio al Barone senza prole maschile succedeva nella Baronia il secondogenito Antonio, che, benché professato il 6 febbraio 1625 Cavaliere Gerosolomitano e Capitano di Giustizia, annullò la professione per motivi addotti nel processo ed andò a nozze con Giuseppina Valenisco. Ma  anch'egli mori prima del padre lasciando per successore suo figlio:

7°gen. Antonino  - III° barone del Camelio  che ereditò dal bisnonno Paolo, s’investì il 20.5.1666, il feudo. Antonino suddetto si unì in matrimonio con Vincenza Balducci figlia del Barone di Recalcaccia e Spinagallo e procreò

8°gen.  Ignazio – IV barone del Camelio prese investitura l’8.1.1709 (Real Cancell., II ind.,f.43). Scelse per sua sposa Costanza Diamante e ne ebbe tre figli:
Anna poi moglie del Marchese Dario di Chieti,
Antonino e
Giuseppe.
9°gen. Antonino – V° barone del Camelio come per investitura del 30.4.1775. Egli che forse stimava un gran peso i beni di Malta, venne a transazione  con i monaci di quell'isola e, con sua grave perdita, si contentò di un canone, non adeguato al valore delle terre, che tuttora si esige dai discendenti. Morì a Siracusa il 5.4.1799  senza eredi e la  Baronia passò al fratello Giuseppe.

10°gen.     Giuseppe  - VI° barone del Camelio. Giuseppe sposò Concetta La Torre dei principi della Torre ed ebbe sette figli che furono:
Ignazio,  Gaetano, Giuseppe, Melchiorre, Concetta, Caterina e
Maria.

11°gen. Ignazio  - VII° barone del Camelio che, come primogenito che sposò Giovanna Li Destri dei Baroni di Partesina ed ebbe bue figli:
Giuseppe e Rita.

12°gen. Giuseppe Abela Li  Destri - VIII° barone del Camelio, s’investì il 4.1.1802 sposa Vittoria  Danieli Borgia delli Bagni e del Casale ed ebbe quattro figli:
Ignazio, Vincenzo,  Francesco e  Caterina.
Ignazio Abela Danieli  sposa Giovanna Corvaia ma non ebbe figli     maschi sicché il titolo passò al secondogenito

13°gen. Vincenzo – IX° barone del Camelio.
Francesco terzogenito sposa Concetta Accolla ed  ha cinque figli:
Giuseppina, Giuseppe, Celestina, Margherita e  Giroloma.

15°gen. Giuseppe -  X° barone del Camelio,  unico figlio maschio, sposa Elisa Vinci ed ha tre figli:
Francesco, Maria Concetta e  Gaudenzia.

16°gen. Francesco - XI° barone del Camelio unico figlio maschio sposa Adelia Italia. Vincenzo sposa Giuseppina La Ferla ed ha quattro figli: E’ il padre di Gaetano
Lucia, Giovanna, Giuseppe e  Gaetano.             Patriota?

17°gen.     Giuseppe - XII° barone del Camelio sposa Adele Gentile ed ha tre figli:
Wanda, Vincenzo e  Laura.

18°gen. Vincenzo - è il XIII° barone del Camelio.
                              
La famiglia conta distinti personaggi e vari Cavalieri di Malta e fra questi il celebre Commendatore Gerosolimitano, fra Gianfrancesco, fu autore di  un'opera pubblicata in Malta nel 1647 dal titolo "Descrizione di Malta”.
Vari componenti la famiglia hanno sostenuto le cariche di Giurati, di Senatori, di Capitani di Giustizia ed altri, non pochi, sono stati iscritti alla Nobile  Compagnia dei Bianchi nella quale alcuni hanno anche fatto parte della Consulta.
La famiglia ha posseduto in Siracusa due antichi e monumentali palazzi  specialmente quello ove abitò Pascasio.
Gaetano Abela carbonaro e patriota fu fucilato il 26.12.1826. Ufficiale napoleonico nell’esercito di Murat e affiliato alla Carboneria napoletana organizzò in Sicilia alcune vendite  ( assemblee della Carboneria) e fu promotore della prima congiura carbonara a Caltagirone. Scoperto venne arrestato nel 1818 e rinchiuso nelle prigioni di Sant’Elmo, a Napoli da cui uscì due anni dopo grazie alla rivoluzione del luglio 1820.
Ritornato a Palermo fu destinato al comando della guerriglia nella Val di noto. Nuovamente arrestato subì un lunghissimo processo che si concluse con la condanna a morte. Tentò la fuga, mentre veniva trasportato dalla Vicaria di Palermo al forte di Castellamare, che fallì e venne immediatamente fucilato.


PALAZZO ABELA DANIELI VIA MIRABELLA





 


  

Il Palazzo Abela - Daniele è ubicato presso la Via Mirabella (una traversa della Via Dione, strada stretta collocata a fianco della Chiesa di San Paolo). Esso è un palazzo di epoca quattrocentesca che miracolosamente è scampato alla furia distruttrice del terremoto del 1693 rimanendo in parte intatto fino ai giorni nostri. Oggigiorno questo palazzo ospita abitazioni e attività artigianali.
La facciata presente il portale d'ingresso ad arco cuspidato in stile gotico - catalano, con influssi arabi; mentre la parte superiore del palazzo (rifatta nel periodo tardosettecentesco) presenta balconcini racchiusi da semplici ringhiere e sormontati da travoni in pietra. Da ammirare anche una finestra a bifora, miracolosamente scampata alla furia del terremoto.
Dal portale d'ingresso si raggiunge il cortile interno del palazzo da cui si raggiungono gli appartamenti abitativi che ne sono stati ricavati.


PALAZZO ABELA DANIELI VIA CAVOUR

 





 

Anche il Palazzo Abela in via Cavour risale al XIV secolo e conserva una porta ogivale e due finestre strombate. L'ingresso originario non è più esistente perché eliminato dai rifacimenti barocchi. Anche il caratteristico scalone scoperto del cortile non è più esistente mentre è visibile il loggiato a colonne tortili, frutto di un intervento del seicento.
Anche il Palazzo Greco in Ortigia presenta elementi strutturali medievali individuabili nel portico e nel loggiato interni.
 


  


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