Siracusa Araba
Siracusa capitale
Nel 663 si verificò un fatto eccezionale per Siracusa e per la Sicilia intera: l'imperatore bizantino Costante II trasferì a Siracusa la capitale dell'Impero, togliendo a Costantinopoli il secolare privilegio.
Flavio Eraclio Costantino III, noto come Costante II, uomo violento e sanguinario, perseguitò con inaudita ferocia i cristiani e, ucciso persine suo fratello, abbandonò Costantinopoli con tutta la corte e si trasferì in Italia (pare che al momento di lasciare la città si sia voltato verso di essa indirizzandole uno sputo di disprezzo).
A Costantinopoli la moglie ed il figlio furono trattenuti dal popolo come ostaggi.
Costante giustificò il suo trasferimento in Italia asserendo che doveva studiare da vicino i Musulmani, che con continue scorrerie terrorizzavano le città del Mediterraneo e minacciavano lo stesso impero.
Sbarcato in Puglia, si portò fino a Roma, la saccheggiò e si mise alla ricerca di una città sicura dove risiedere con l'intera corte: scelse Siracusa.
I Siracusani che speravano di ricevere da questa inattesa "promozione" onore, gloria e soprattutto ricchezza, dovettero presto prendere atto della realtà: furono costretti a sopportare soprusi di ogni genere e l'intera corte si dimostrò per la città un insopportabile peso finanziario.
Costante spogliò di ogni avere i monasteri e le chiese; ridusse alla più grama povertà gli uomini più ricchi della città (si racconta che parecchi di loro furono costretti a vendere come schiavi i propri figli e a fare prostituire le mogli per potere quietare l'ingordigia dell'imperatore).
II 15 luglio del 668 lo scudiere Andrea liberò Siracusa da questo peso: uccise l'imperatore proprio mentre lo aiutava a rinfrescarsi nel "Bagno di Dafne" (identificato nei ruderi sottostanti un moderno palazzo nella bassa via Arsenale).
Gli spaccò il cranio con un grosso vaso colmo di acqua calda.
Dopo un breve periodo di disordine post-Costante, da Costantinopoli giunse il figlio dell'Imperatore ucciso.
Questi giustiziò i responsabili della congiura e dei successivi incidenti, riportò la capitale nell'antica sede di Costantinopoli e abbandonò Siracusa e l'intera Sicilia nelle mani degli Arabi che già da parecchi anni veleggiavano lungo le coste dell'isola aspettando il momento buono.
Rientrando a Bisanzio, il figlio di Costante aveva portato con sé gran parte della guarnigione, lasciando solo pochi uomini che ovviamente non furono in grado di resistere alla pressione araba.