tonnara di Santa Panagia - Tonnare siracusane

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Tonnare siracusane
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tonnara di Santa Panagia

tonnara di Santa Panagia-Arturo Messina
l'ultimo Rais della tonnara di Santa Panagia-Arturo Messina
tonnara di Santa Panagia
Risalente al 1.100 l'attività della Tonnara di S. Panagia, dopo un lungo silenzio, venne ripresa dalla Camera Reginale che l'affidò in gestione a privati. Venne quindi ceduta ai Calascibetta per atto notar Scannavino del 14.02.1655 ad un prezzo talmente esiguo da suggerire l'esistenza di qualche irregolarità nella cessione. Alla morte del primo acquirente la proprietà fu oggetto di dispute interne alla famiglia per poi essere suddivisa tra Caterina, Lucia e Giuseppe (barone di S. Panagia) dalla cui successione (era fedecomissario e non proprietario giusta atto notar Randazzo del 1748) trarrà origine la controversia di cui all'atto sopra pubblicato. In virtù dei vari passaggi ereditari la proprietà si concentrò nelle mani delle famiglie Bonanno-Longarini (quelli del palazzo crollato in via ss Coronati), Statella e Gargallo che la gestirono, con alterne fortune fino al 1938 quando la Tonnara, in forte passivo, venne ceduta a Carmelo Cappuccio, armatore siracusano, il quale la tenne sino al 1951 quando la ritrasferi', ormai abbandonata, a Pier Nicola Gargallo che ne fù proprietario sino all'esproprio degli anni '80. Oggi abbandonata e semi diroccata per le inefficienze di chi dovrebbe e non fa




Giovanni Raciti, accorato appello

La tonnara di Santa Panaghia è un complesso storico, un opificio che non ha eguali in Italia per posizione, volumetrie, camminamenti, sapienti giochi di pieni e di vuoti, dislivelli, aperture, disimpegni, affacci, proporzioni, quasi un presepe . Eppure non fu progettato da una equipe di evoluti architetti ma piuttosto fu quasi una “architettura spontanea” guidata soltanto dalle esigenze di funzionalità per la destinazione per cui era pensata e probabilmente completata per aggiunte successive.
Cosa ne è venuto fuori? Un gioiello!!
Affacciato su un mare incontaminato, sembra vocato per essere agevolmente riattato e riqualificato.
L'ex casello della ferrovia che lo presidia in alto potrebbe diventare la reception, un locale per uffici e servizi di sorveglianza o informazione. La casetta dei doganieri, distante quanto basta, potrebbe essere adibita agli impianti tecnici: depuratori, pompe, serbatoi, gruppi elettrogeni, pannelli solari, depositi.
Già ben servito da collegamenti viari per auto o bici. Tutto sommato vicinissimo al centro della città (una manciata di minuti) senza subirne però rumori e inquinamento.
C’è una vista suggestiva, col bel tempo ma anche nell’ inverno per ammirare la potenza del mare e della natura. C’è una spiaggetta per bagnarsi o tirar su delle piccole barche (costruite in modo tradizionale e non come quei “cosi” che portano in giro i turisti). Barche che potrebbero essere funzionali alla nuova destinazione d’uso che immagino con indirizzo turistico, culturale o ricreativo. (non il solito resort di lusso per pochi ricchi e inavvicinabile).
Li potrebbe starci un bel museo del mare, ampio, completo, articolato; cosa impossibile nel minuscolo spazio che è stato concesso al Prof. Aliffi. Magari con annessa scuola di marineria. Laboratorio di restauro di modelli e reperti.
Un polo di riferimento per tutta la Sicilia, una cosa importante da includere nei circuiti turistici organizzati.
Subito, per evitarne la distruzione, andrebbero rifatti i tetti e ripristinati i muri senza stravolgere il sapore di antico, magari mantenendo vivo il ricordo e la storia di tonnara che è passata su quelle pietre, su quella piccola chiesetta.
Questa foto aerea generale sembra che io l'abbia inquadrata appositamente per includere tutto e per far meditare.
Tutto ciò è abbandonato e destinato all'autodistruzione, alla riduzione in soli sassi, alla cancellazione della fisionomia, alla perdita della memoria. Ma è possibile tutto ciò? Altrove ne farebbero tesoro!
Allora mi indigno e chiedo:
Ma nessuno soffre per questo? Nessuno sente un mal di pancia per questi veri, unici gioielli di cui nell'indifferenza e nel disinteresse più totale si fa "minnitta"?
Io "sciass" è tale da distogliere da ogni iniziativa? Ci vuole la mia foto aerea per far capire quanto è importante questo sito che la storia ci ha consegnato e che possiede solo Siracusa?
Si, proprio così: io conosco una ad una le tonnare di tutta la Sicilia. Una ad una. Nessuna ha la bellezza della nostra. Un vero, autentico, piccolo gioiello. Si sono organizzate mostre fotografiche sulla nostra tonnara, si sono prodotti dei DVD, si è stampato anche qualche libro, ma nessuno che vada li a tentare un minimo di anastilosi, sollevare una pietra e metterla più in alto da dove è caduta giusto per rallentarne il degrado? (Ovviamente mi riferisco al Comune. Quando si vuole i soldi si trovano. Basta scegliere come spenderli al meglio!)
Allora, cari amici sconosciuti: molti di voi saranno dei professionisti, delle persone colte, delle persone che amano e conoscono la storia, che hanno incarichi di responsabilità in città, presso gli uffici competenti, persone che hanno viaggiato e conosciuto il resto della Sicilia, della nostra Italia e del mondo tutt'intorno.
Per favore fate qualcosa! Svegliatevi, lottate, combattete anche a costo di farvi dei nemici, metteteci la faccia, ma soprattutto il cuore. Siracusa deve essere la nostra amante, la nostra fidanzata, dobbiamo fare follie per lei.
In questo gruppo si archiviano storie, foto, ricordi, ma si limita tutto al solo mugugno. Potrebbe essere invece anche una piattaforma per discutere iniziative, per organizzarsi per poi andare a bussare alle porte giuste.
Io non ho il piacere di conoscervi bene, conosco solo Paolo Giansiracusa e pare che con lui, io sia sempre in perfetta sintonia come se fossimo cresciuti insieme e studiato insieme, ma da solo non può fare miracoli.
Guardate queste foto, stampatevele, mettetevele in borsa e seminate entusiasmo! Amate la nostra Siracusa AGENDO a anche eleggendo persone colte e sensibili e non politicanti per mestiere. Essi sono un’altra razza, non si indigneranno mai per nessuna cosa. Fare il politico non deve essere un mestieraccio come un altro per guadagnare, ma dovrebbe essere una missione, come quella del medico o del sacerdote o dell’insegnante.
Solo il buon politico ed il buon architetto insieme, possono costruire il tessuto urbano dove la gente possa vivere felice.
Non ho inteso offendere, massimo rispetto per tutti i miei lettori, ma sono davvero deluso. Non sono a caccia di “mi piace”, vorrei solo avervi pungolato. Non voglio che la mia tonnara sparisca dalla scena o venga malamente trasformata con superfetazioni utilitaristiche (vedi altri esempi nella città). I giovani, quando acculturati e cresciuti ve ne saranno grati. La città intera e i veri siracusani ve ne saranno grati.
NOTA: le ristrutturazioni che prediligo e consiglio sono quelle che non rendono i siti esclusivi e blindati, ma quelle che permettono la frequentazione ai comuni cittadini. Aborro le vendite a stranieri e il vendersi il bene oltre che la faccia solo per fare il business. Direte che sono matto, ma provate a stare fuori 50 anni e capirete come la nostra splendida cittadina vorreste proteggerla con le unghie e coi denti.
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