Tiche terza città della pentapoli - Tiche Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Tiche
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Tiche terza città della pentapoli

Tiche città dell'antica pentapoli Siracusa confinante con Akradina-Neapolis ed Epipoli
Tiche, (Tyche), (Sike), (nella lingua greca questa radice è usata per individuare certi frutti che si sviluppano rapidamente come il fico (siké) o la zucca (sikùs). Quindi, il significato principale sarebbe “terra della fecondità” o “isola della fertilità.
In Tiche (σύκο) vi era un tempio dedicato alla Dea Fortuna.
Il suo territorio, secondo, Hans-Peter Drögemüller, comprendeva tutta la zona nord di Siracusa, Balza Acradina compresa che segnava il confine sud con l'antica Acradina, e ad ovest si incuneava tra la stessa Akradina e la Neapolis.
testo tratto da Hans-Peter Drögemüller, pagina 104:
 
Tyche
Durante la discussione sulla datazione del quartiere Tyche avevamo già citato le relative fonti antiche ed eravamo giunti alla conclusione che la sua costruzione molto probabilmente risale soltanto al periodo di Dionisio I. A ciò corrispondono anche i risultati degli scavi nell’ambito della necropoli ex-Giardino Spagna riportati soprattutto da Cultrera³¹ che è riuscito a spiegare per primo il motivo per il quale in quest'area – anche in base alla ceramica come fossile guida – «dal periodo della ceramica greca a figure nere
si salta alla seconda metà e anzi alla fine del secolo V, e più decisamente al IV e più giù ancora» (118). Alla fine del periodo arcaico la necropoli ex-Giardino Spagna non venne più usata come luogo di sepoltura, ma fu in seguito aperta una nuova necropoli sul pendio di Grotticelle spostando le sepolture in un'area più esterna³². Tuttavia non si cominciò subito a costruire nella zona di Giardino Spagna, evidentemente perché erano ancora in vita dei discendenti delle persone sepolte lì³³. Soltanto alla fine del 5° secolo avvenne l'ampliamento della superficie urbana in questo luogo, in particolare durante il periodo di Timoleonte. Per quanto riguarda la disposizione delle abitazioni all’interno di quest'area limitata, sembra che «le costruzioni… siano state subordinate a un vero piano
regolatore»³⁴. È vero però che alla fine della sua relazione Cultrera terminava con un'osservazione un po’ vaga: questa zona avrebbe fatto parte di Acradina piuttosto che della Neapolis³⁵ e sarebbe anche impossibile nella situazione «in cui ci troviamo di stabilire con esattezza i confini dei singoli quartieri dell'antica Siracusa» (op cit.). Mingazzini (op. cit.), invece, riferendosi anche all’iscrizione dedicatoria Διὶ καὶ Τύχηι Μαρκιανός su un cippo³⁶ trovato in questa zona nel 1943, che fu interpretata da Bernabò Brea, fa notare a ragione che il complesso abitativo scoperto in questo luogo faceva parte del quartiere Tyche.
La posizione corrisponde esattamente non soltanto alle direzioni da noi rilevate, in cui si estese la città, ma anche alle indicazioni fornite dalle fonti antiche che nominano Tyche. È vero che la definizione πρῶτον μέρος τῆς πόλεως citata in modo anacronistico da Diodoro (11, 68, 1; p. 63) non significa molto, ma leggiamo nel testo di Livio che Tyche si trova lungo l’antica strada principale che porta dall'Hexapylon a Siracusa (24, 21, 7) e accanto alla Neapolis (25, 25, 4ss.). La sua posizione e i suoi confini sono, quindi, definiti in maniera inequivocabile, specialmente se si considera che Acradina si è sviluppata più a est nella direzione del muro nord del 415. A sud il quartiere Tyche comprendeva la zona attorno all’ex Giardino Spagna (Ospedale) e Piazza della Vittoria, a nord, raggiungeva l’area attorno alla Villa Landolina, Villa Abela e S. Giovanni alle Catacombe, mentre il confine occidentale corrispondeva all’attuale tratto di strada Viale Teracati – Corso Gelone. Questo proasteion era relativamente piccolo (circa 30 ha di superficie) e si trovava all’interno dell’area protetta dal plateau calcareo. Dato che era già difeso dal Kyklos di Dionisio non era fornito di mura difensive in un punto in cui non era stato ricostruito il muro nord del 415. Durante il 3° e 2° secolo si estendeva qui, sul confine nord del quartiere, a circa 600 metri a nordest dell’antica necropoli ex-Giardino Spagna e esattamente sul bordo della Latomia Casale, l’area sepolcrale (circa 60 tombe, cfr. Not. Sc. 1897, 492s.).
Si spera che la futura ricerca archeologica giunga a risultati riguardanti l'organizzazione interna di Tyche, in qua gymnasium amplissimum est et complures aedes
sacrae, coliturque ea pars et habitatur frequentissime (Cicero, Verr. II 4, 119).
Note:
²⁹ Stephanus Byz. S. Εὐρύηλος. Cfr. p. 22.
³⁰ P. 62s. con nota 28.
³¹ G. Cultrera, Not. Sc. 1943, 33ss.; si tratta degli scavi degli anni 1937-38 durante la costruzione dell’Ospedale Civile. Precedentemente nella stessa area a est: P. Orsi, Not. Sc. 1925, 176ss. 296ss. L’ultima relazione è di S. L. Agnello, Not. Sc. 1949, 200s. – Riguardo a Cultrera cfr. anche P. Mingazzini, Arch. Anz. 1950/51, 257s.
³² Orsi, Not. Sc. 1896, 334ss. 1897, 484ss. 1901, 336ss. 1913, 257ss. 1920, 316ss. Fanno parte della Ne cropoli Grotticelle (oppure: Grotticelli, in particolare il grande complesso tombale a nord della La tomia di S. Venera) in senso largo le necropoli “del colle Temenite” (gruppo di tombe a 200 m a nord del Molino dell’Arco: dall’inizio del 4° secolo; gruppo di tombe Zappalà-D’Agata: dal 5° secolo). ³³ Così l’ipotesi di Mingazzini (v. nota 31).
³⁴ Cultrera op. cit. 125. – Per la fase di “decadenza” prima di Timoleonte v. p. 108.
³⁵ L’appartenenza alla necropoli è esclusa, cfr. p. 106ss.; l’accenno ad Acradina è corretto nel senso che dal punto di vista spaziale si tratta di uno dei nuovi proasteia.
³⁶ Bernabò Brea, Not. Sc. 1947, 202s.
³⁷ Cenno al muro mancante, secondo Liv. 25, 25, 4ss., già in Ziegler, Tyche 1694, 9s. Cfr. p. 108s.
³⁸ P. 56s. (cfr. 48). 71ss. 96.
³⁹ Così erroneamente Fabricius 22, che in questo punto segue un’argomentazione contraddittoria.
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