Giunto al potere, all'età di 11 anni, nel modo
avventuroso e complesso che contraddistingue gli avvenimenti dell'impero
bizantino, con una personalità assai logica e lungimirante salvò l'Impero dalla
minaccia dei musulmani. Nipote di Eraclio, il grande imperatore, in un primo
tempo fu escluso dalla successione al trono perché ad Eraclio era succeduto il
figlio Costantino III che, morto tre mesi dopo essere stato incoronato, lasciò
il potere al fratello Eracleona che regnò sotto la tutela della madre, se¬conda
moglie del vecchio Eraclio. Il Comandante dell'Esercito Orientale, Valentino,
fece pressione alla reggente per far nominare Costante co¬imperatore con lo
scopo di sostituirsi nella reggenza ed avendo ricevuto un diniego, portò
l'esercito a Costantinopoli arrivando a deporre Eracleona e la madre. Ma i suoi
progetti furono contrastati dalla popolazione che, fedele alla dinastia di
Eraclio, fece una sommossa durante la quale uccise lo stesso Valentino. Secondo
la tradizione, il passaggio di potere nell'impero di Bisanzio avvenne in modo
complicato, ma pur essendo quattordicenne il nuovo imperatore dimostrò una
forte perso¬nalità e un preciso disegno per la gestione degli affari di governo
che dovevano garantire stabilità e possibilmente riconquistare i territori
perduti in seguito alle battaglie con gli arabi. La politica di Eracleona era
stata molto accondiscendente nei loro confronti ed anzi nel 641 era stato
stipulato un trattato per cui i Bizantini dovevano cedere Alessandria d'Egitto
entro undici mesi; così nel 642 Alessandria aprì le porte ai musulmani e
diventò araba. Tre anni dopo Costante, per nulla rassegnato a perdere una
regione ricca che riforniva grande quantità di grano all'impero, formato un esercito,
andò alla riconquista della città e con una azione di sorpresa occupò tutto il
delta del Nilo.
Ma un anno dopo il territorio ritornò al nemico
che fece una feroce rappresaglia sulla popolazione e abbatté le mura della
città per evitare che si potesse organizzare un assedio.
Nell'arco di due anni le lotte interne in tutti
e due i campi portarono molti cambiamenti tanto che nel 648 Bisanzio
riconquistò parte del Nord-Africa.
Nello stesso periodo ci furono problemi con
l'esarca di Ravenna che aspirava all'autonomia e con il papa Martino I che
avversava le teorie religiose dell'Imperatore che voleva imporre il Monotelismo
pensando di ottenere una pacificazione religiosa interna.
Alla fine l'esarca di Ravenna, su ordine del
governo centrale prese pri¬gioniero il Papa e lo portò a Costantinopoli dove
Martino I, poiché si rifiutava di abbracciare il credo di Costante, fu
condannato all'esilio in Crimea e abbandonato da tutti. Morì in breve tempo. La
resistenza agli ordini imperiali era sempre più accesa in Italia, tanto che
Costante decise di dare inizio alla Campagna d'Occidente per salvare i
territori di confine, ma prima di pensare alla guerra in Italia si vide
costretto ad arginare la minaccia araba. Ci furono molte battaglie che si
protrassero con esiti alterni ma alla fine la vittoria fu degli arabi che
continuarono a minacciare l'impero su più fronti, fino ad ottenere la
supremazia navale sui Bizantini.
Due anni di guerre interne tra gli stati arabi
giovarono a Costante che ne approfittò per riordinare la struttura militare
(659-661) ed attuare un sistema assai efficace per mantenere la fedeltà dei
soldati ed aumenta¬re il loro valore.
Il grosso dell'esercito era stato salvato
nonostante le infinite guerre con¬tro gli arabi, ma le ridotte finanze dello
stato rendevano difficile man¬tenerlo, così l'imperatore pensò di pagare i
soldati con delle terre che provenivano da proprietà imperiali e di spostare le
spese dallo Stato agli stessi soldati per armi, uniformi, foraggio e cavalli,
riducendo così di 2/3 le spese militari. In questo modo, non solo i soldati
erano equipag¬giati meglio, ma avevano tutto l'interesse di difendere un
territorio che era anche di loro proprietà.