Idroscalo - Siracusa era

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Siracusa era
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Idroscalo

L'Idroscalo De Filippis di Siracusa è uno scalo per idrovolanti realizzato all'inizio del 1900 all'interno del Porto Grande di Siracusa. È intitolato al tenente Arnaldo De Filippis, eroe della prima guerra mondiale, decorato di medaglia d'argento e di bronzo al valor militare.
Realizzato nel 1923 nel Porto Grande di Siracusa in un’area compresa fra il Borgo S.Antonio e il quartiere dei Pantanelli . L’idroscalo fu interessato da traffico aereo sia militare che civile, con voli della compagnia Ala Littoria sulla rotta Roma-Napoli-Siracusa-Tripoli.
L’area riservata di 2000 m. era compresa nel triangolo: Faro Verde del Maniace-Idroscalo-Saline
Le dimensioni dell'idroscalo
Il bacino naturale del Porto Grande è lungo 3.500 metri, largo 1.800 metri e profondo tra i 3 e 25 metri. Per accedere all'idroscalo gli idrovolati dovevano portarsi nel settore di rilevamento compreso tra 263° e 280° del fanale verde di Punta Maniaci (Castello Maniace) e da qui procedere all'operazione di ammaraggio nel triangolo fanale-idroscalo-saline[3]



Gli idrovolanti impiegati a Siracusa erano due Dornier DO X2(Maddalena) e 3 Guidoni). Equipaggio: 10 addetti.



Passeggeri trasportabili:100.
Lunghezza: 40 m. 12 motori da 630 HP( 6 di trazione e 6 di spinta).
Primo volo il 29 Luglio 1929. Dal 1931 al 1933 furono usati per scopo propagandistico.
Nel 1935 vennero impiegati per trasporto tattico in Etiopia.
Non risulta siano stati impiegati nella II^ Guerra Mondiale.
Sono descritti negli archivi dell’Aeronautica Militare due gravi incidenti: all’idroscalo di Siracusa e a quello di Augusta che ne preannunciarono lo smantellamento.
Erano delicatissimi e costosi da mantenere.   
Forse per questo si sa così poco sugli idrovolanti e sull’idroscalo di Siracusa. Alcune parti si trovano oggi al Politecnico di Torino.
Storia
L'idea di dotare la città di Siracusa di un idroscalo risale al 1923 quando si decise di sfruttare il bacino naturale del Porto Grande che si trova tra la terra ferma e l'isola di Ortigia. Per le strutture a terra fu individuata un'area tra il borgo Sant'Antonio ed il quartiere Pantanelli lungo la Via Elorina. Molto attivo negli anni venti, periodo in cui l'idrovolante rappresentava l'aereo di linea per eccellenza sulle grandi distanze, l'idroscalo fu interessato da traffico aereo sia civile, con voli operati dalla compagnia Ala Littoria[2] sulla rotta Roma-Napoli-Siracusa-Tripoli, che militare fino alla fine della seconda guerra mondiale. Con il declino dell'idrovolante come mezzo di trasporto nel 1960 arrivò il 34º Gruppo Radar dell'Aeronautica Militare che tutt'oggi risiede all'interno delle strutture dell'idroscalo. Gli ultimi voli dall'idroscalo De Filippis furono effettuati degli anni 2007-2008 da una piccola compagnia verso l'idroscalo di Enna-Nicoletti. Nonostante la quasi totale assenza di traffico aereo sono ancora presenti i pontili per l'attracco degli aeromobili. L'ampio bacino acquatico è oggi un polo di attività sportive con canoe e barche da diporto e attività ricreative per navi commerciali, un utilizzo quest'ultimo che ha accompagnato l'idroscalo lungo tutta la sua storia.

1926 da dirigibile


vedi anche porto di Siracusa


visita di Mussolini





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