toponimi Siracusa - Toponomastica Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
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toponimi Siracusa

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FORO SIRACUSANO (VILLINI) (AGORA') E' un'ampia area adibita in parte a piazzali in parte a giardini pubblici, chiamati dai Siracusani «Villini». Sul lato nord sorge il Sacrario dei Caduti (Chiesa del Pantheon), alta costruzione cilindrica, opera dei fratelli Rapisardi ed edificata nel 1936. Sul lato Sud, verso la via Imera, delimitate da un recinto, si possono osservare le basi di alcune colonne che appartenevano probabilmente all'Agorà del periodo greco (48). Il mercato della città si trovava rinchiuso dentro le mura ed era situato in quella strettoia che congiungeva Acradina ad Ortigia. Cicerone, infatti, ci dice che l'Agorà si trovava in vicinanza del porto grande (49a). Mentre in un'altra occasione ci specifica proprio che esso era uno dei più begli ornamenti di Acradina. «Si può pertanto abbozzare il seguente quadro di Siracusa, quale era alcuni decenni dopo la sua fondazione. La città interna sorgeva sull'isola di Ortigia, adorna dei più antichi templi è celebre per la sorgente Aretusa; della città esterna, le abitazioni private si addossavano sull'altipiano di Acradina, mentre la pianura a mezzodì del pianoro era occupata principalmente dal mercato, dagli edifici pubblici a quello uniti e da magazzini commerciali». Questo spazio si può paragonare a quello che a Roma si stende tra il Campidoglio, il Palatino ed il Quirinale e che diventò il Foro Romano. Opere civili che ricadevano in quell'area furono: l'Agorà, chiamata da Cicerone Forum maximum, essa era adorna di bei portici, statue (fra le quali famosa quella di Gerone I), altari (come quello della Concordia menzionato da Livio XXIV, 21), edifici a funzione sacra e pubblica come il pritanèo ricordato da Diodoro e Cicerone. (48) Promotrice della formazione dei villini fu la Lega Pro Siracusa, che inizi del secolo, inviò un memoriale al commissario prefettizio perchè «fosse la: sgombro per quanto più fosse possibile l'antico Foro Siracusano, non solamente rendere omaggio al posto dove furono discussi i più gravi interessi dell'antica pot siracusani, ma perchè, associando il culto del passato ad un'opera di abbell' della città moderna si potessero assicurare alle nuove generazioni i grandi van igienici di una vasta piazza giardino». (49 a) Verr. V, 37; Verr. IV. 53.
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