toponimi Siracusa - Toponomastica Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
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toponimi Siracusa

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LATOMIE - LATOMIA DEL PARADISO Nome dato nell'antichità alle cave di pietra. Il termine si ritiene derivato dai termini greci laas pietra e temno taglio. Questi luoghi, dopo esser serviti da cave di pietra furono trasformate in prigioni. In esse languirono, lavorando, gli Ateniesi dell'esercito di Nicia, dopo la spedizione in Sicilia avvenuta nel 413 a.C. (83). Aggiungo quanto scrisse Cicerone nell'Azione 7 «Age porrò, custodiri ducem praedonum, novo more, quam securi seriri omnium exemplo magis placuit. Quae sunt istae custodiae? Apud quos homines? Quem admodum est osservantus? Latomias Syracusanas omnes audistis, plerique notis. Opus est ingens, magnificum, regum, ac tyrannorum : totum est ex saxo in mirandam altitudinem depresso, et multorum operis penitus exciso, nihil tam clausum ad exitus, nihil tam septum undique, nihil tam tutum ad custodias nec fieri, nec cogitari potest. In has latomias, si qui publice custodiendi sunt, etiam ex caeteris oppidis Siciliae deduci imperantur». Attualmente le maggiori latomie ospitano magnifici giardini e vi sono coltivate molte piante esotiche ivi immesse, a scopo sperimentale, nei periodi coloniali dell'Italia. Da centinaia di anni, sicuramente queste aree depresse ed umide furono adibite a frutteti ed agrumeti. Mi conforta in questa affermazione il fatto che una di esse venne considerata dai nostri avi una località. Per la grande estensione di terra che occupa (84) viene chiamata Latomia del Paradiso. Nome quest'ultimo che deriva dalla vecchia toponomastica di questa contrada, detta in vernacolo «'u Pararisu». Il toponimo deriva dal vocabolo basso latino Paradisus che significa giardino, agrumeto, frutteto o forse dal greco bizantino paradeisos con significato di parco, giardino pittoresco. «Del Paradiso» era pure chiamato un antico acquedotto greco la cui galleria costeggia la Latomia del Paradiso. Scrisse V. Amico (320, II) «Fonte appo Siracusa sotto il poggio Teracati donde questo guarda mezzogiorno» la sorgente si trovava a metà dell'attuale viale Scala Greca vicino l'angolo che questa strada forma con via Modica. L'acquedotto fino ai primi anni del nostro secolo alimentava un mulino posto fra la Latomia del Paradiso e la Latomia S. Venera in posizione molto singolare. Il percorso della condotta che sboccava nella piscina posta sotto la chiesa di S. Nicolò in prossimità dell'anfiteatro romano, era di 1564 metri. (83) Vedasi nel testo alla voce «Latomie dei Cappuccini». (84) Eliano, Ist. Var. lib. 12 «Le pietraie che esistevano verso Epipoli erano della lunghezza di uno stadio e della larghezza di 200 piedi. Ivi per si lungo tempo trattenevasi la gente che vi si contraevano matrimoni e si generavano figliuoli...».
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