Canicattini Bagni paleocristiana - provincia di Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Sicilia
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Canicattini Bagni paleocristiana

Canicattini Bagni > Canicattini Paleocristiana
Santino Alessandro Gugno
La_Canicattini_cristiana_di_Salvatore_Carpinteri
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La tesi di laurea del Carpinteri (fig. 1) si rivela essere, ancora oggi, il più completo e dettagliato catalogo delle necropoli paleocristiane di Canicattini, la cui esistenza non era stata fino a quel momento oggetto di studi analitici di carattere archeologico e topografico.5 Il territorio circostante Canicattini Bagni, infatti, era stato esplorato solo da Paolo Orsi tramite brevi ricognizioni e saggi di scavo, che gli permisero di individuare tra il 1895 e il 1904 i resti di vari abitati tardoromani e proto-bizantini nelle contrade Cugno Martino, Tenute del Vicario, S. Giovanni, Cozzo Guardiole, S. Elania, Stallaini e Bagni.6 Joseph Führer, che aveva accompagnato l’Orsi nel 1895, si soffermò ulteriormente a Canicattini per documentare con rilievi e fotografie una parte delle necropoli di Cugno Martino, S. Giovanni e Cozzo Guardiole e rilevò anche gli ipogei di contrada Santolio.7 Tuttavia, l’archeologo bavarese morì in patria nel 1903 prima di portare a termine lo studio complessivo dei cimiteri della Sicilia cristiana; i suoi appunti furono in seguito riordinati dalla moglie e dal prof. Victor
Schultze dell’Università di Greifswald e pubblicati postumi a Berlino nel 1907.8 Salvatore Carpinteri (Canicattini Bagni, 1927-Siracusa, 1992), insegnante di Lettere presso la Scuola Media di Canicattini, è stato uno studioso di notevole spessore culturale e artefice di una vasta opera pittorica e poetica, che ha raggiunto l’apice tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Ottanta del secolo scorso. Dopo la laurea in Lettere all’Università di Catania nel 1956, si sentiva fortemente attratto dagli studi archeologici che aveva avuto modo di coltivare soprattutto durante la stesura della tesi in Archeologia Cristiana. Per tale ragione, secondo quanto riferisce l’amico e biografo Vincenzo Ficara, decise di frequentare un corso di perfezionamento presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana di Roma, che non portò a termine ma dove ebbe comunque l’opportunità di seguire le dotte lezioni di epigrafia
del padre Antonio Ferrua, di storia della liturgia del cappuccino Edilberto da Unterharmersbach, di tecniche di costruzione dei monumenti antichi di B. M. Apollonj Ghetti, di archeologia e topografia cristiana dell’Ispettore alle catacombe romane Enrico Josi.9 Questo rilevante curriculum studiorum, pur non consentendogli alla fine di intraprendere la carriera universitaria, ebbe il merito di rafforzare in lui l’interesse per le scienze storiche, archeologiche e filologiche, una passione erudita che lo accompagnò per tutto il resto della sua vita.

1. Le necropoli paleocristiane di Canicattini Bagni
Tra il 1954 e il 1956 Salvatore Carpinteri riesaminò personalmente tutte le necropoli di Canicattini Bagni già segnalate dall’Orsi e dal Führer, situate attorno al centro urbano per un raggio di 8-10 km in un’area di 10.000 ettari circa (fig. 2),10 e raccolse sul campo un’enorme mole di dati che gli servirono per illustrare al meglio la distribuzione e le tipologie dei complessi funerari paleocristiani ivi presenti.
Si tratta delle uniche testimonianze materiali, ancora oggi parzialmente esistenti, delle primitive comunità cristiane che si stabilirono in questo lembo dell’entroterra siracusano,  dove passava una delle più antiche vie di comunicazione per Acrae (Palazzolo Acreide).
Data l’importanza di tale ricerca, mai pubblicata e frutto di numerose e faticosissime ricognizioni nelle campagne canicattinesi, e la sua difficile reperibilità, se ne propone qui una breve sinossi con alcune riflessioni finali.

Ipogei isolati in località Cavasecca, Bosco di Sopra, Bagni
L’ipogeo scoperto dal Carpinteri in contrada Cavasecca si trova nel versante nord del Vallone Scalavecchia, attraversato dalla strada consorziale Olivella- Contessa-Piana di Cuccilato.
Ha forma rettangolare e presenta un sepolcro assai rovinato nella parete est, due arcosoli di uguali dimensioni nella parete nord, due pozzetti nell’angolo sud-ovest e, sul soffitto, il punto di innesto di due pilastri appartenenti ad un baldacchino che doveva trovarsi al centro. Il secondo ipogeo è situato all’altezza del terzo chilometro della vecchia strada provinciale Canicattini-Siracusa, in contrada Bosco di Sopra, ed è caratterizzato da pianta a rettangolo su cui sono innestate due calotte occupate da tre fosse terragne.
Il terzo ipogeo, infine, è ubicato a 300 m circa dal casale dell’ex feudo Bagni e consta di un ambiente trapezoidale nel quale si aprono tre arcosoli.20

La necropoli della Piana di Cuccilato
Nella Piana di Cuccilato, a circa 5 km a sud-est di Canicattini, Salvatore Carpinteri documenta 8 ipogei con tombe ad arcosolio all’interno, disposti su due file lungo uno sperone roccioso alto 9 m (toponimo locale Palazzetti): la prima fila è sita al livello del suolo mentre la seconda ad un’altezza di 3-5 m; alcuni gradini rocciosi conducono sul fianco sud. Ai piedi della parete rocciosa, il Carpinteri rileva 3 tombe del tipo cosiddetto “siculo-bizantine” e un piccolo ambiente rettangolare nel cui pavimento, in senso perpendicolare alla parete d’accesso, sono disposte tre tombe a fossa, una sullo stesso asse dell’ingresso e le altre ai fianchi. Infine, sparsi sul piano sovrastante vi sono alcune fosse terragne e dei grandi pozzi a forma di giara.19

La necropoli di Stallaini
In località Stallaini è presente un cospicuo numero di tombe paleocristiane e di ambienti rupestri (fig. 5).16 Sul ciglio della strada consorziale, nei pressi del casale di Stallaini, Salvatore Carpinteri documenta un primo gruppo di 3 tombe del cosiddetto tipo “siculo-bizantino”, con conformazione stretta e allungata e strozzatura mediana.
Procedendo in direzione nord-ovest, oltre il casale, si incontra un rilievo roccioso intaccato da una serie di sepolcri in cattivo stato di conservazione, probabilmente a causa della vicinanza con il moderno abitato: il Carpinteri si sofferma su una tomba a forno che, rispetto alle altre consimili, mostra il soffitto rigidamente piatto e su una vasta grotta con arcosolio e due nicchiette, molto danneggiata dagli interventi di riadattamento in stalla; segue una piccola camera ipogeica contenente un arcosolio bisomo e una parete rocciosa con le tracce di una tomba ad arcosolio non terminata e dieci scalini che conducono alla sommità dell’altura. A pochi metri di distanza si apre l’ingresso di una camera ipogeica, anch’essa rovinata dalla trasformazione in luogo di ricovero per gli animali, recante i resti di cinque arcosoli nelle pareti interne; su di un gradino roccioso, a 5 m dall’ipogeo, sono state scavate altre 10 tombe, delle quali 4 sono a camera e 6 del tipo a forno.
Al di là della strada consorziale, infine, sorge un piccolo campo con tombe a fossa e a forno, dei solchi scavati nella roccia (interpretati dal Carpinteri come canalette per regolare il deflusso delle acque piovane) e due camere ipogeiche, la prima dalla pianta ovale e con all’interno sei arcosoli e i resti di un arco di sostegno a metà della parete terminale, la seconda di più ampie dimensioni con un pilastro presso la parete di fondo, alcuni arcosoli e due croci sul lato sinistro dell’ingresso.

Contrada Piano Milo
Un primo gruppo di 8 tombe a forno sorgeva in contrada Piano Milo lungo la vecchia strada provinciale Canicattini-Palazzolo, all’altezza della prima casa cantoniera. In corrispondenza del quinto chilometro il Carpinteri individua una seconda modesta necropoli, composta da alcuni sepolcri a forno, una camera ipogeica con tombe dello stesso tipo e una decina di fosse terragne.15


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