Muragliamele - Siracusa territorio

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
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Muragliamele

M
MURAGLIAMELE
In vernacolo 'Mprogghjmeli, 'Mprogghiameli. Ampia località po¬sta fra l'Anapo ed il territorio di Floridia. Faceva parte di quella grande baronia costituita da mezzo feudo di Diddino ed i feudi di Belfronte e Fresuccia « 143».
Alcuni credono che la storpiatura del toponimo di questa locali¬tà nell'italiano Mitragliamele 0 Muraglia di Mele, sia dovuta al gruppo rilevatore di topografia e toponomastica che nel 1868 preparò le carte topografiche a conto dell'Istituto Geografico Militare. Ciò non risulta a verità in quanto già in atti del XVII secolo ho riscontrato Muraglie di Mele (144).
Circa forgine del toponimo suppongo che esso con molta proba-bilità derivi dall'arabo "Al- Muraci al- Amil" cioè "Terre dell'Ami!". I mulsulmani con Al marad intendevano una particolare prateria dal "suolo duro, dove l'acqua non è assorbibile e dimora stagnante" < 145». Amil veniva chiamato quel nobile mulsumano che ricopriva particolari cariche sociali. Nel periodo di Ruggero II, egli aveva, nelle terre mulsulmane, gli stessi compiti che aveva lo stratigoto ( i46> nelle terre greche ed il vicecomite nelle terre dei nuovi coloni venuti al seguito dei Normanni. "L'Amil. ufiìciale di stato scelto fra i colti mulsulmani che si erano assoggettati al nuovo regime, fungeva da governatore ed era privo di autorità giudiziaria, appartenente quest'ultima ai Qàdì e agli
( 143) La Baronia di "Monteclimato. Didini. Fresuccia e Belfronte" fu riunificata il 20 aprile 1736 da don Giuseppe Gennisi da Modica quale procuratore di don Vincenzo Beneventano. Barone del Bosco. Questa successione avvenne per concessione enfiteutica. con patto di ri¬scatto. fatta da Matteo Basile, arcivescovo di Modica, quale fidecommissario ed esecutore testamentario delle disposizioni della fu Eleonora Barresi Branciforte. moglie di don Diego Ibarra.
(144) Notaio di Giovanni (voi. 10942: 21/3/1638). Luca Fiducia subgabella una intera metà di quella tenuta chiamata "Le muraglie di meli" sito nel territorio di questa città di Siracusa e nel feudo di Didino e Belfronte.
(145) Kazimirski. Dictionnaire arahe-francais. Paris 1960.
Da un documento del 1235: "Iardinum fontis Dynlimradi (ain al-Marad)". ( 146) Raccorda con il toponimo Straticò al I volume.
Hakim". In alcune carte genovesi del XIII sec. si nota il passaggio da Ami! in Milium e Milum <i47>. Una località di Palermo è chiamata Falsomiele, dal sic. fausumeli , derivato dall'arabo Finis al-Amir , cioè il podere del Principe o dell'Ami!.
Meno probabile la derivazione di 'Mprogghiameli da Marg al-Amil, prateria del principe. E' da ricordare che in arabo Marg significa prato, mentre in siciliano passò ad indicare una palude, acquitrino, in sic. Margiu « i4s>.
Poco probabile pure la derivazione da Mulgus al-Amil o Murga al-Amil per indicare "macerie, muraglie distrutte, mucchi di sassi di una distrutta costruzione del principe".
La località, ora bonificata, si presentava fino alla prima metà del nostro secolo in buona parte acquitrinosa, con acque delle pioggie invernali stagnanti fino ad aprile. I contadini solevano chiamare queste terre basse col toponimo 'u nfernu mentre le terre più asciutte venivano denominate 'u pararusu in quanto meglio lavorabili e di miglior fruttato agricolo.
Le case Muragliamele rispettano sicuramente il posto di antichi siti abitativi in quanto costruite in vicinanza di due sorgenti naturali d'acqua < uvi.
Interessante e bella da un punto di vista archeologico, geologico e naturalistico è la cava detta di Muragliamele, incredibilmente formatasi con pareti a strapiombo, tanto da far pensare che sia stata allargata ad opera di schiavi nel periodo greco siceliota. "(I siracusani)
( 147) "Si aliquis ianuensis (genevese) habuerit questionali cun aliquo sai rateilo, sii queslio ad duganani ante Milium". Dami documento del 1290 citato dal Pellegrini.
( 148) Confronta con il toponimo Murgobello.
(149) Una sorgente posta a 2 gradi e 43 primi di longitudine e 37 gradi Sprimi 28 secondi di latitudine emetteva circa 2.70 It./sec. d'acqua dolce ed un 'altra posta a 2 gradi 42 primi 13 secondi long, e 37 gradi 4 primi 10 secondi lat. emetteva circa 0.50 It./sec. di acqua, giudicata salmastra, che veniva usata per l'irrigazione
accresciute le mura, fecero cavare dagli schiavi anche una fossa, che accogliendo il fiume, rendeva la città più munita: questa fossa dunque, fatta ad ingiuria e pena dei nemici appellarono Timbri" (Servio).

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