Antigone 1966 - siracusa tragedie greche

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
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Antigone 1966

Spettacoli -1948-1980 > spettacoli 1966

Antigone di Sofocle 1966

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Il dramma si ricollega al finale dei Sette a Tebe di Eschilo.
Il prologo ha luogo tra la protagonista, che ha deciso di seppellire anche il diletto fratello Polinice, violando il divieto dello zio Creonte, e la mite e timida sorella Ismene, che cerca di dissuaderla per evitare alla famiglia, già tanto provata dal dolore, nuovi malanni.
Dunque, Antigone, irremovibile e coraggiosa, non ubbidisce all'ordine empio ed ingiusto del tiranno e da sola compie il proprio dovere.
Giunge Creonte, che ha convocato gli anziani per illustrare loro il suo programma di governo.
Una guardia viene ad annunziare che qualcuno ha ricoperto di terra il cadavere di Polinice.
E' stata Antigone che, sorpresa mentre ancora una volta tornava all'opera sua di umana pietà, viene condotta prigioniera.
Ha luogo così un fierissimo dialogo tra Creonte e l'animosa giovane.
Antigone oppone all'arbitrario decreto contro la sepoltura di Polinice la potenza della legge divina, immutabile ed eterna, che onora i defunti: per lei, nata ad amare e non a odiare, i due fratelli sono eguali.
Creonte, accecato dall'orgoglio, ordina che Antigone sia rinchiusa viva in una caverna: l'eroina accetta sdegnosa e senza un tremito la pronunciata condanna.
Dopo un coro splendido che esalta la potenza di Eros, Antigone muove verso il suo destino.
Il cieco vate Tiresia esorta Creonte alla moderazione, ma quando Creonte è persuaso e vuole riparare ai suoi sviamenti ed errori, ormai è troppo tardi: Antigone si è impiccata.
Accanto al cadavere dell'amata, il promesso sposo Emone, dopo un gesto di detestazione verso il padre Creonte, si trafigge con la spada.
Anche Euridice, moglie del tiranno, all'annuncio recatole del suicidio del figlio, si uccide maledicendo il marito.
Creonte resta alla fine disperato spettatore dei lutti che la sua bestiale crudeltà ha provocato e invoca a sua volta la morte.
La tragedia appartiene al periodo deila maturità piena del poeta: la data quasi sicuramente va posta nel 442 avanti Cristo.
Il dramma riprende il motivo della se poltura, già svolto nella seconda parte deil'Aiace; ma, mentre nell'Aiace il tema deila sepoltura è secondario rispetto al motivo della grandezza dell'eroe, qui domina tutto il dramma.
Trattasi di tragedia di impareggiabil tocco artistico: insieme con l'Edipo, può infatti, essere definita il capolavoro di Se focle.
La protagonista Antigone è condannata a morte perché trasgredisce gli ordini scritti di Creonte e perché segue quanto impone la sua coscienza.
Se si dovess pensare ad un contrasto sul quale è intessuta la tragedia, non si dovrebbe comunque ammetterlo tra Antigone e Creonti troppo lontano quest'ultimo dalla nobiltà e dalla superiorità dell'eroina; si deve irvece focalizzarlo tra Antigone e Ismene l'una espressione di indomita volontà di eccezionale dote dell'animo, l'altra dolce, ma rassegnata, ligia agli ordini, incapace di sopraelevarsi trasgredendo comanche ingiusti, di carattere estremamente pù ghevole. Colpisce comunque nell'insiem la maestosità del tono artistico che ha in mortalato, tra le righe, oltre al contrast sofferto degli animi, la loro complessa d versità.
Antigone, una delle figure più pure più alte del teatro greco, e l'eroina del tragedia, che si erge a difesa delle leg± non scritte ed eterne e dei più sacri dirit dell'uomo. La sua morte rappresenta trionfo della giustizia divina sull'orgogli umano e mette in evidenza la sua fede h crollabile e il suo eroismo; eroismo che anche sofferenza e dolore oltre che soliti dine e incomprensione. Non dimentichi mo che anche l'Antigone come VAiace è dramma dell'eroe e della sua solitudir tragica.
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