Il Ciclope 1927 - siracusa tragedie greche

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
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Il Ciclope 1927

Spettacoli -1914-1980 > rappresentazioni-1927

Il Ciclope di Euripide-1927

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Sileno, nel prologo, dice come cadde in potere di Polifemo: andando in cerca di Dioniso per evitargli di cadere nelle ma¬ni dei pirati, viene gettato da una tempe¬sta sul lido siciliano, nella terra dei Ciclopi, e fatto prigioniero da Polifemo. Sileno si rammarica della sorte toccata a lui e ai suoi figli, costretti, questi ultimi, a menare al pascolo gli armenti di Polifemo, e, lui, a pulire faticosamente le grandi stalle destinate ad accogliere il gregge.

Fra questa gente capitano Ulisse e i suoi compagni, reduci dalla guerra di Troia. Bisogno¬so di viveri, il re d'Itaca viene a patti con Sileno e i suoi Satiri: in cambio di un otre di vino chiede formaggio e agnelli. E' ap¬pena avvenuto lo scambio quando soprag¬giunge Polifemo, il quale piglia in trappo¬la coloro che, secondo lui, vogliono de¬rubarlo. Sileno, in maniera sfacciata, giu¬ra che non c'è stata frode e, per salvarsi, accusa Ulisse di violenza e di prepotenza nell'impossessarsi della merce. Ulisse lo smentisce sdegnato, raccontando la verità e appellandosi agli dei. Ulisse, però, non riesce a commuovere il Ciclope, al quale fa comodo non credere a quanto afferma l'eroe itacense. Sicché Ulisse e i suoi com¬pagni sono imprigionati nella caverna; e Polifemo, adocchiati i due più grassi, li di¬vora. Ulisse è costretto ad assistere impo¬tente all'orrendo pasto del mostro. Solo l'astuzia potrà ormai salvarlo: egli, infat¬ti, si vendica ubriacando Polifemo ed ac¬cecandogli l'unico occhio con un palo ro¬vente. Dopo di che Sileno, Satiri e Ulisse si danno alla fuga tra le maledizioni e le vane minacce del mostro, ormai privo del¬la vista.

La cronologia del Ciclope è assai in¬certa: secondo alcuni la data di compo¬sizione e di rappresentazione deve ritener¬si molto antica, forse antecedente anche all'Alcesti; secondo altri, invece, è da col¬locarsi negli ultimi anni dell'attività del poeta.
Il Ciclope, l'unico dramma satiresco intero a noi giunto di Euripide e di tutto l'antico teatro greco, è una divertente ca¬ricatura dell'episodio narrato nel nono li¬bro dell'Odissea, l'accecamento di Polife¬mo.
Con il Ciclope Euripide dà rilievo, ol¬tre che alla dimensione buffonesca di cer¬te situazioni, anche alla esaltazione lirica ed agreste dell'ambiente. L'autore dipinge così abilmente, in una cornice di sapore prettamente dionisiaco, personaggi con una carica e un tono particolare: i Satiri maliziosi e smargiassi, il Ciclope grossola¬no e brutale piuttosto rude che si erge so¬pra tutti nel semplicismo della supervalu- tazione della sua forza fisica.
La figura di maggior rilievo è, nel dramma, il Ciclope Polifemo che, a diffe¬renza di quello omerico, appare alquanto incivilito e umanizzato e con cognizioni superficiali di filosofia materialistica e tri¬viale.





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