Elettra 1970 - siracusa tragedie greche

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
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Elettra 1970

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Elettra di Sofocle 1970

documentazione PD

H prologo ha luogo tra Oreste e il vecchio fedele pedagogo, che lo aveva al-levato negli anni di esilio allorché gli era stato affidato in tenera età dalla sorella Elettra, per evitare che finisse nelle mani degli assassini di Agamennone. I due, assieme al fedele Pilade, giungono di lon¬tano dinanzi alla reggia degli Atridi a Mi¬cene, dove un giorno il re Agamennone fu ucciso dalla moglie Clitennestra e dal complice Egisto e dove oggi domina in¬contrastato, con Clitennestra, l'usurpato¬re Egisto, amante della regina assassina. Assieme tramano l'agognata doverosa ven¬detta: il pedagogo diffonderà la menzo¬gna della morte di Oreste, e il giovane, aiutato dall'amico Pilade, recherà a con¬ferma l'urna funeraria che dovrebbe con¬tenere le ceneri del defunto. Ma ecco usci¬re dalla reggia Elettra, che sfoga col coro le sue pene, e quindi affronta la sorella Crisotemide, inviata dalla madre, atterrita da un sogno notturno, a far libagioni sulla tomba di Agamennone. Crisotemide, mite figura femminile, ormai assuefatta ad ub¬bidire agli uccisori di suo padre, rimpro¬vera a Elettra la sua ostilità ai dominatori e le consiglia, se vuole evitare la prigione, di cessare dai suoi perpetui lamenti. Cri¬sotemide, che ama assai Elettra e la stima perché ne sente la superiorità morale e perché la vede soffrire, si lascia però su¬bito persuadere da Elettra a non fare le li¬bagioni ordinate dalla madre assassina sulla tomba del morto re. Esce quindi dalla reggia Clitennestra, che rimprovera Elettra: ne segue un violento diverbio. Ecco ora il pedagogo che, attuando il di¬segno concertato da Oreste, narra la mi¬sera fine del giovane. Elettra, stupenda creatura, spenta l'ultima speranza, s'acca¬scia sulla soglia: non le rimane che vendi¬carsi da sola o, al più, con il poco valido appoggio di Crisotemide. Si fanno intanto innanzi, come era stato divisato, Oreste e Pilade che recano l'urna con le presunte ceneri di Oreste. Alla disperazione che co¬glie Elettra, Oreste riconosce la sventurata sorella e finalmente si fa riconoscere non potendo più frenare la propria commozio¬ne. Il pedagogo interrompe le effusioni, dichiara che è necessario agire subito mentre Clitennestra è sola in casa, e spro¬na Oreste e Pilade a penetrare nel palazzo per iniziare l'opera progettata e vendicare così la morte di Agamennone, come vuo¬le un oracolo di Apollo. E i giovani en¬trano, mentre Elettra sta di guardia alla porta, affinché Egisto non giunga improv¬viso. Non tardano molto a farsi udire le grida di Clitennestra morente sotto i col¬pi del figlio vendicatore. Arriva frattanto Egisto dalla campagna, allettato dalla fal¬sa notizia della morte di Oreste. Spalanca¬te le porte della reggia, Egisto riconosce con terrore la morta Clitennestra, imme¬diatamente si avvede dell'agguato senza scampo, e cade a sua volta per mano di Oreste nel punto stesso della reggia ove, proprio da lui, fu trucidato Agamennone.
L'Elettra è di cronologia incerta, ma sembra potersi collocare prima di quella omonima di Euripide, fra il 418 e il 414 avanti Cristo.
Il dramma riprende la vicenda trat¬tata da Eschilo nelle Coefore, ma Sofocle si discosta da Eschilo per molti tratti: in Sofocle domina la complessa figura di Elettra nella cornice di un'azione dram¬matica portata dall'autore al livello della esasperata volontà umana (in Eschilo, in¬vece, Elettra ha un ruolo secondario). Va notato inoltre che, allo studio psicologico dei personaggi e all'esame dei loro stati d'animo, si alterna nel dramma il gusto per l'intreccio, che è sempre desto: la scena del riconoscimento di Oreste, poe-ticamente assai felice, verosimile anche nei particolari, non avviene all'improvvi¬so, ma esso è preparato ed atteso.
La figura della protagonista, creatura immortale invincibile nell'amore e nell'o¬dio, acquista maggior rilievo per il contra¬sto con la sorella Crisotemide, personag¬gio evanescente e minore che s'è piegato alla necessità imposta dai fatti avvenuti e che mette in risalto la forza e il carattere di Elettra, sorella poetica di Antigone.

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