Elettra 1968
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Elettra di Euripide 1968
Il prologo è recitato da Auturgo, con-tadino di Micene, di cui Elettra, figlia di Agamennone, è sposa per volontà della madre e di Egisto, nuovo sovrano di Argo, il quale vuole così impedire che i figli eventuali di Elettra possano reclamare il trono usurpato. Il contadino, che non è riuscito a dimenticare le origini regali del¬la sua sposa, ha sempre rispettato la ca¬stità di sua moglie, sposa a lui solo di no¬me (e ciò permetterà che Elettra in segui¬to, secondo la tradizione, divenga moglie di Pilade). Oreste giunge con Pilade nei pressi della povera casa dove abita la so¬rella, ma non rivela subito la sua identi¬tà ad Elettra. Il riconoscimento di Ore¬ste avviene soltanto ad opera del vecchio Pedagogo che lo aveva allevato mentre si reca a onorare la tomba di Agamennone, e anche da lui è incitato a vendicarne la morte. Dopo essersi riconosciuti, fratello e sorella concertano il piano della vendet¬ta contro Egisto e la madre Clitennestra. Egisto, come racconta un messo a Elettra, è ucciso da Oreste par primo, mentre cele¬bra in campagna un sacrificio in onore delle Ninfe. Oreste reca a Elettra il cada¬vere, su cui ella sfoga l'odio suo in acerbi rimproveri. Titubando Oreste a uccidere anche la madre, Elettra ve lo spinge. Cli¬tennestra, attirata con la falsa notizia che Elettra ha partorito, si reca nella ru¬stica abitazione della figlia e, dopo un vi-vace battibecco con quest'ultima, viene uccisa nell'interno dell'abitazione da Ore-ste. Dopo il matricidio i due fratelli sono turbati dai rimorsi; ma l'intervento dei Dioscuri scioglie il nodo dell'azione: Elet¬tra diventerà sposa di Pilade ed Oreste, perseguitato dalle Erinni, si recherà ad Atene, dove Atena e l'Areopago lo assol-veranno.
Quasi certamente la data di compo¬sizione è quella del 413 a.C.
Dall'esame comparativo di questo dramma con l'Elettra di Sofocle e le Coe¬fore di Eschilo risulta che numerosi sono gli elementi comuni alle tre opere. Qual¬cuno ha definito comunque questa trage¬dia la meno bella del teatro euripideo: se da un lato e doveroso confermare tale giudizio, dall'altro è opportuno ammette¬re che la tragedia non è priva di un certo tono idillico che, dando colore soprattut¬to alla prima parte, lega in armonia con la figura di Elettra. Tale personaggio forse risulta meno grandioso rispetto a taluni esempi della tradizione classica, ma è pur sempre nobile per la intimità e profondi¬tà del suo sentimento.