Le Rane 1976 - siracusa tragedie greche

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
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Le Rane 1976

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Le Rane di Aristofane 1976

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Dioniso, il dio protettore della trage-dia, travestito da Eracle per impaurire i mostri infernali, desolato per la mancanza di nuovi poeti dopo la morte dei tre gran¬di, decide di scendere nell'Ade per ripor¬tare sulla terra Euripide, il poeta che egli preferisce. Lo accompagna il servo Santia che cavalca un asino e reca sulle spalle il pesante bagaglio del padrone. Servo e pa¬drone giungono da Eracle per chiedere informazioni sul viaggio. I due sono pau-rosi e vedono dappertutto mostri e peri-coli. In realtà l'Ade è presentato come una città tranquilla con attrattive di oste-rie e danzatrici. Mentre avviene la traver¬sata della palude infernale sulla barca di Caronte, si leva la voce delle invisibili rane che abitano la palude. Camminando attra¬verso l'Ade i due viaggiatori incontrano il coro degli iniziati che cantano la loro fede e la loro gioia a lacco (il nome di Dioniso nei sacri misteri) e a Demetra. Attraverso una serie di buffe avventure Dioniso e Santia giungono così nella dimora di Plu¬tone, il re dell'Ade. Nella parabasi il coro esorta gli Ateniesi alla concordia e li am-monisce a liberarsi dai cattivi cittadini. Intanto l'Ade è in subbuglio. Euripide ha scalzato dal trono della tragedia Eschilo che furioso reclama il suo posto. Per ri-solvere la difficile questione di stabilire a chi spetti il trono, Plutone decide di isti¬tuire una gara regolare di poesia fra i due poeti. Il giudice sarà, naturalmente, il dio della tragedia Dioniso. Si svolge fra i due poeti un lungo agone: in esso ciascuno rimprovera all'altro i suoi difetti. Alla fi¬ne, essendo incerte le sorti del duello fra i due tragici, Dioniso decide di pesare sulla bilancia i versi recitati dai due rivali: la bilancia pende più volte dalla parte di Eschilo, poiché i suoi versi solenni pesano molto di più di quelli vuoti di Euripide. Così Dioniso riconduce sulla terra non Euripide, come era sua intenzione, ma il tragico più antico.
Le Rane conseguirono il primo po¬sto nel 405 avanti Cristo. Sono dette co¬sì dai ranocchi dello stige, che formano il coro.
Composte poco dopo la morte di Euripide, sono l'ultimo capolavoro di Aristofane.
Commedia briosa e comica, che solo nella seconda parte acquista un tono piuttosto serio, Le Rane stanno a significare che con la morte dei tre tragedi greci fini¬sce anche la tragedia stessa. Essa è dunque importante più che per i vari messaggi, volta per volta emergenti, fra l'altro alquanto semplici e privi di carica inten¬zionale, perché documento di critica let¬teraria, che aiuta a conoscere e ad inter¬pretare meglio il mondo poetico degli ar¬tisti del tempo.


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