Ifigenia in Aulide 1974 - siracusa tragedie greche

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Ricordando
Vai ai contenuti

Ifigenia in Aulide 1974

Spettacoli -1948-1980 > spettacoli 1974

Ifigenia in Aulide di Euripide 1874

documentazione PDF



 
Il prologo è costituito da un lungo dialogo, di notte, davanti alla tenda di Agamennone, fra lo stesso re e un suo vecchio servitore: Agamennone dopo aver scritto alla moglie Clitennestra di condur- gli Ifigenia per darla in sposa ad Achille (in realtà come Calcante ha rivelato, per sacrificarla ad Artemide affinché la flotta greca possa salpare da Aulide contro Troia), preso dai rimorsi, scrive una se¬conda lettera per annullare la prima e la consegna al vecchio perché la porti a Cli¬tennestra. Ma il vecchio è sorpreso da Menelao che gli strappa la lettera e rim¬provera al fratello Agamennone il tradi¬mento. Frattanto, per la lettera preceden¬te, giungono in Aulide Clitennestra con Ifigenia e con il piccolo Oreste. Agamen¬none tenta di convincere la moglie a tor¬nare ad Argo e a lasciare a lui la cura delle prossime nozze. Ma Clitennestra rifiuta e, scoperto l'inganno, supplica Achille, or¬mai informato della verità, di impedire il sacrificio della figlia. Agamennone ha un nuovo colloquio prima con Clitennestra e poi con la figlia, ormai tutti apertamente consapevoli della realtà. Ifigenia, all'an¬nuncio della morte, piange e si dispera. Torna frattanto sulla scena Achille, che ha corso il rischio di essere lapidato dai greci (sobillati da Ulisse) per essersi oppo¬sto al sacrificio. Ifigenia allora, sapendo che dal suo sacrificio deriverà l'esito favo¬revole della spedizione contro Troia, ani¬mata da ardore patriottico, si dichiara pronta a morire per la salvezza dell'Eliade e va decisa verso il sacrificio incorando la madre, salutata ed esaltata dal coro. Poco dopo un nunzio riferisce il prodigio fina¬le: nel momento in cui il sacerdote sta per vibrare il colpo mortale alla gola della fan¬ciulla, questa scompare e al suo posto, sull'altare di Artemide, rimane sgozzata una cerva.
L'ultima parte del racconto del mes¬so non è autentica; è opera di un Bizanti¬no.
Composta probabilmente nel 407 avanti Cristo, viene rappresentata dopo la morte dell'autore nel 406.
E' una chiara e bella tragedia che por¬ta sulla scena il sacrificio di questa figlia di Agamennone, secondo una leggenda non ricordata in Omero e che risale alle Ciprie.
L'Ifigenia in Aulide non è una trage¬dia religiosa: il poeta ancora una volta, scavando nell'animo dei personaggi, ci presenta un dramma umano e psicologico. Il dramma è tutto nell'intreccio degli sta¬ti d'animo contrastanti dei protagonisti. Ifigenia rappresenta più di tutti l'appa¬rente assurdità di tale contrasto vivissimo: vita e morte sono infatti da essa vissuti al punto che, pur essendo attaccata alla vita, accetta la morte, nel candore del suo en¬tusiasmo, con gioire quasi accanito, inna¬morata di un destino più glorioso di quel¬lo che le potrebbe offrire il matrimonio il¬lustre con Achille.
Torna ai contenuti