Ifigenia in Aulide 1930
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Ifigenia in Aulide di Sofocle 1930
Il prologo è costituito da un lungo dialogo, di notte, davanti alla tenda di Agamennone, fra lo stesso re e un suo vecchio servitore: Agamennone dopo aver scritto alla moglie Clitennestra di condurgli Ifigenia per darla in sposa ad Achille (in realtà come Calcante ha rivelato, per sacrificarla ad Artemide affinché la flotta greca possa salpare da Aulide contro Troia), preso dai rimorsi, scrive una seconda lettera per annullare la prima e la consegna al vecchio perché la porti a Clitennestra.
Ma il vecchio è sorpreso da Menelao che gli strappa la lettera e rimprovera al fratello Agamennone il tradimento.
Frattanto, per la lettera precedente, giungono in Aulide Clitennestra con Ifigenia e con il piccolo Oreste.
Agamennone tenta di convincere la moglie a tornare ad Argo e a lasciare a lui la cura delle prossime nozze.
Ma Clitennestra rifiuta e, scoperto l'inganno, supplica Achille, ormai informato della verità, di impedire il sacrificio della figlia.
Agamennone ha un nuovo colloquio prima con Clitennestra e poi con la figlia, ormai tutti apertamente consapevoli della realtà.
Ifigenia, ali 'annuncio della morte, piange e si dispera.
Torna frattanto sulla scena Achille, che ha corso il rischio di essere lapidato dai greci (sobillati da Ulisse) per essersi opposto al sacrificio.
Ifigenia allora, sapendo che dal suo sacrificio deriverà l'esito favorevole della spedizione contro Troia, animata da ardore patriottico, si dichiara pronta a morire per la salvezza dell'Eliade e va decisa verso il sacrificio incorando la madre, salutata ed esaltata dal coro.
Poco dopo un nunzio riferisce il prodigio finale: nel momento in cui il sacerdote sta per vibrare il colpo mortale alla gola della fanciulla, questa scompare e al suo posto, sull'altare di Artemide, rimane sgozzata una cerva.
L'ultima parte del racconto del messo non è autentica; è opera di un Bizantino.
Composta probabilmente nel 407 avanti Cristo, viene rappresentata dopo la morte dell'autore nel 406.
E' una chiara e bella tragedia che porta sulla scena il sacrificio di questa figlia di Agamennone, secondo una leggenda non ricordata in Omero e che risale alle Ciprie.
L'Ifigenia in Aulide non è una tragedia religiosa: il poeta ancóra una volta, scavando nell'animo dei personaggi, ci presenta un dramma umano e psicologico. Il dramma e tutto nell'intreccio degli stati d'animo contrastanti dei protagonisti.
Ifigenia rappresenta più di tutti l'apparente assurdità di tale contrasto vivissimo: vita e morte sono infatti da essa vissuti al punto che, pur essendo attaccata alla vita, accetta la morte, nel candore del suo entusiasmo, con gioire quasi accanito, innamorata di un destino più glorioso di quello che le potrebbe offrire il matrimonio illustre con Achille.